Usare il termine vergogna è poco per chi continua nell’opera di falsificare i fatti con l’imbroglio e per rubare agli italiani.
L’ultima che si legge è su “Articolo21”.
Secondo nostro costume riportiamo i fatti con affermazioni che possono essere smentite se ci fosse falsità.
Si legge testualmente nell’articolo:
“Infatti si riconosce il tracciato radar, unico documento della notte della tragedia sfuggito alla sistematica e mirata distruzione delle prove, con chiara la manovra d’attacco al DC9 Itavia, fino ad arrivare a documenti dei nostri giorni, frutto del tentativo, in gran parte fallito, della Direttiva Renzi del 2014, di portare finalmente alla luce ogni “carta “sulle stragi che hanno insanguinato il nostro Paese. Il documento porta evidenti tracce di censure e cancellazioni”.
Tutto Falso.
– Il tracciato radar è stato fornito nell’immediatezza dell’incidente dalla Aeronautica Militare ai magistrati inquirenti.
– Non presenta nessuna manomissione.
– È quello che la prima perizia Blasi ha utilizzato come prova per ipotizzare la battaglia aerea.
– È stato smentito nel corso del dibattimento processuale penale perché l’interpretazione dei dati, oltre che essere incerti e parziali, era stata letta con i collegamenti degli estrattori del segnale invertiti rispetto alla realtà del loro collegamento.
Resta da dire che il radar Marconi era fra l’altro il meno attendibile fra tutti quelli che coprivano l’area perché in quel punto era al limite di utilizzo, perché vetusto e perché nel corso della sua attività, e pure in quella giornata, di segnali sbagliati e falsi ne evidenziava in abbondanza.
Tutte affermazioni acquisite e accertate nel corso del processo penale.
Per quanto riguarda la Direttiva Renzi è vero che non ha desecretato tutti i documenti su Ustica.
Ma siamo stati gli unici a chiedere a gran voce che fossero desecretati
perché
così tutti i cittadini
potressero leggere l’informativa urgente
del nostro residente dei Servizi Segreti a Beirut la mattina del disastro.
Si porrebbe fine all’imbroglio, ma pare che ai governanti non interessi non rubare ai cittadini italiani.
E’ ulteriormente grave che tutte queste falsità che consentono di rubare quasi un miliardo di euro ai cittadini italiani siano finanziate, per ulteriore beffa, dal ministero della cultura.